COMUNICATO STAMPA

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09/10/2013

Sul messaggio alle Camere del Presidente Giorgio Napolitano sulla questione carceraria

Ancora una volta, con la consueta determinazione, il Presidente Napolitano si è espresso in modo ineludibile e indifferibile a favore di una azione urgente tesa all’intervento della soluzione del problema della condizione carceraria, indicando un percorso che preveda molteplici interventi e proposte.
Parole che richiamano la stessa forza e indignazione già espresse dal Presidente nei molti interventi a sostegno della realizzazione di una situazione carceraria la cui attuale condizione, in costante e palese contrasto con la nostra Costituzione, con il diritto europeo e internazionale, richiede da tempo interventi strutturali, conformi alle dichiarazioni e trattati a tutela dei diritti fondamentali dell’Uomo.
I richiami espressi dal Presidente, che già in precedenza aveva affermato che sul problema delle carceri la politica deve trovare soluzioni “non escludendo pregiudizialmente nessuna ipotesi che possa rendersi necessaria”, concetto che viene oggi ribadito, rimarca l’attenzione sulla necessità di ricorrere il più possibile alle misure alternative alla detenzione, di riorientare la politica penale verso il minimo ricorso alla carcerazione, sulle risorse destinate per la riabilitazione scarse al punto di ledere i principi costituzionali della finalità rieducativa della pena, la menzione alla tutela della salute e degli affetti: i temi sostanziali su cui la Conferenza trova il totale consenso e si batte da sempre.
L’urgenza è ora più che mai riportare il carcere a livelli di legalità, non solo dal punto di vista numerico ma anche sulla qualità dell’esecuzione penale. I provvedimenti posti in essere alcuni mesi fa per ottenere la deflazione numerica degli istituti vanno sicuramente nella giusta direzione, ma non sono sufficienti. È quindi indifferibile procedere il più rapidamente possibile con le proposte in esame sul potenziamento delle misure alternative, della messa alla prova, della revisione delle ben note leggi responsabili di avere portato il carcere a questi livelli di sovraffollamento, e parallelamente perseverare, con coraggio, verso la direzione di “carcere minimo” a cui bisogna tendere attraverso una pluralità di iniziative e di strumenti anche legislativi.
Ci auguriamo pertanto che la politica affronti, coraggiosamente, questa strada, senza ulteriori rimandi. Che questa occasione per cambiare le cose non vada perduta. Le parole del Presidente sottolineano come l’urgenza della situazione delle carceri non possa ulteriormente rinviata; perché rimandare significa aggiungere altri capitoli alla sofferenza del sistema, insistere nelle tragedie che quotidianamente si consumano nelle nostre carceri, così lontane dall’attuale dettato costituzionale. Una situazione che spinge frequentemente a togliersi la vita.
Chiediamo quindi che le proposte del Presidente venga rapidamente concretizzate con determinazione, e che con la stessa fermezza dal governo possano scaturire risposte risolutive, in grado di affrontare tutti i temi sostanziali lasciati aperti, o addirittura peggiorati, in questi anni. Ci dovrebbe essere un grosso investimento in attenzione per invertire il corso di questa drammatica situazione, un’attenzione che non si limiti all’interesse del momento, che si spenga insieme ai riflettori.

Elisabetta Laganà
Presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia

 

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