COMUNICATO STAMPA

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13/11/2011

La Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia esprime la sua intensa partecipazione al processo di cambiamento di governo politico in atto nel paese.
Processo, delicato e necessario, che trova nelle scelte del Presidente della Repubblica la nostra piena adesione e solidarietà.
Formuliamo pertanto al neo Primo Ministro, di cui riconosciamo competenza e autorevolezza, i nostri più sentiti auguri.
È doveroso da parte nostra sottolineare però, che tra le priorità delle scelte a cui il Primo Ministro è chiamato a rispondere vi è anche quella di risolvere i problemi del carcere e, in particolare, la drammatica situazione di sovraffollamento di tale istituzione. Peraltro tale auspicio è stato formulato proprio dal Presidente della Repubblica nel suo intervento al Convegno promosso dai Radicali, che hanno sempre condotto sull’argomento una appassionata mobilitazione.
Nell’ambito di questa iniziativa si è riconosciuto a Marco Pannella e ai Radicali il merito di avere espresso quella tenacia e perseveranza che ha sollecitato l’attenzione sul problema delle carceri; la cui situazione, in costante e palese contrasto con la nostra Costituzione, con il diritto europeo e internazionale, richiede da tempo interventi strutturali, conformi alle dichiarazioni e trattati a tutela dei diritti fondamentali dell’Uomo.
Ci auspichiamo pertanto che la scelta dei responsabili destinati ad affrontare tale emergenza – Ministro della Giustizia e Sottosegretari – vada in questa direzione e che, nella definizione delle responsabilità e dei programmi, si faccia comunque riferimento a chi concretamente si è battuto in questi anni per la soluzione di questo problema. Da tanti anni la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, che raccoglie migliaia di volontari, si batte per una detenzione più rispettosa dei diritti umani. Ora, la “prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile” della situazione delle carceri, come è stata definita dal Presidente Napolitano, richiede che la questione non sia ulteriormente rimandata; perché rimandare significa aggiungere altri capitoli alla sofferenza del sistema, insistere nelle tragedie che quotidianamente si consumano nelle nostre carceri, così lontane dall’attuale dettato costituzionale. Una situazione che spinge frequentemente a togliersi la vita.
Ci attendiamo quindi, ma soprattutto lo attendono le persone rinchiuse nelle celle, che la politica dia le risposte necessarie alla restituzione della dignità dell’esecuzione della pena, senza che nessuna delle ipotesi venga aprioristicamente e ideologicamente esclusa. Ci attendiamo scelte coraggiose e risolutive; che il Parlamento dia corpo a tutte le mozioni approvate qualche mese fa, ed anche lo scorso anno, sul carcere “possibile” da riformare, da realizzare; che reputi il carcere come l’urgenza da affrontare, ora.

Elisabetta Laganà
Presidente CNVG
 

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