COMUNICATO STAMPA

invia a...

24/05/2007

NO alla polizia penitenziaria negli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna

Roma 24 maggio 2007 - No deciso della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia all’ipotesi di inserimento della polizia penitenziaria negli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna.
Il “No” è stato ribadito nel corso della IV Assemblea Nazionale del Volontariato Giustizia, dal gruppo di lavoro sulle “misure alternative alla detenzione”. “Premessa l’importanza della partecipazione della polizia penitenziaria al programma trattamentale all’interno degli istituti penitenziari e la necessità di una collaborazione fra tutti gli operatori, - afferma la relazione conclusiva - si esprime netta contrarietà all’ ipotesi della polizia penitenziaria negli U.E.P.E. e si denuncia l’incompatibilità che ne deriverebbe nella gestione delle misure alternative. Verrebbe infatti scissa, nella funzione trattamentale, la competenza di aiuto da quella di controllo, perno della misura alternativa stessa e innovazione fondamentale della nuova politica penitenziaria”. “Come dimostrato da diverse ricerche americane, - prosegue il documento - la riduzione del trattamento in libertà a puro controllo, fa aumentare immediatamente la recidiva e questo fatto genera nuove carcerazioni e nuovi sovraffollamenti, agendo quindi in completo conflitto con le possibilità di trattamento in internato”.

Oggi le misure alternative, come la semilibertà e l’affidamento, si concludono con successo nell’80% dei casi seguiti e la recidiva riguarda principalmente le persone con problemi di tossicodipendenza. Chi sconta invece l’intera pena in carcere torna a delinquere in oltre il 70% dei casi. C’è da chiedersi perché e se non sia il caso di adeguare finalmente i programmi di trattamento all’interno degli istituti, ai criteri fissati dall’ordinamento penitenziario, offrendo maggiori e concrete possibilità di rieducazione e reinserimento, potenziando percorsi scolastici, formativi e lavorativi. In questo senso vediamo la necessità di un ruolo più attivo della polizia penitenziaria, che oltre a garantire la sicurezza interna, può facilitare tali processi acquisendo maggiore professionalità e considerazione.
Affidare il controllo sul territorio alla polizia penitenziaria – senza tener conto degli organici, di cui si continua a lamentare l’insufficienza - avrebbe un senso se vi fosse un’adeguata formazione e integrazione con gli altri operatori e se a tale servizio non si sovrapponesse quello svolto in modo sistematico dalle forze dell’ordine, che non è realistico immaginare possano rinunciare ad azioni di controllo preventivo di persone pregiudicate.
 

Oggi: 18/07/2024
Risoluzione ottimizzata 1024 x 768
Realizzato da
Roberto La Barbera