COMUNICATO STAMPA

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06/10/2006

CNVG ottiene dalla Direzione Generale della motorizzazione il nulla osta al rilascio della patente di guida agli stranieri in detenzione o in misure alternative

Roma, 6 ott. 2006 - Rispondendo ad un quesito formale posto dalla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, la Direzione Generale per la Motorizzazione del Ministero dei Trasporti comunica che, per quanto di propria competenza, “nulla osta al rilascio della patente di guida in capo a cittadini extracomunitari in stato di detenzione o ammessi a misure alternative e privi di permesso di soggiorno in ragione, evidentemente, proprio del loro status giuridico”.
Precisa inoltre che “gli Uffici della Motorizzazione non sono nemmeno titolati a verificare la sussistenza dei requisiti morali richiesti dalle vigenti norme in materia di abilitazione alla guida dei veicoli, trattandosi di competenza riservata alle Prefetture che, in ogni momento, possono disporre la revoca della patente ai sensi delle disposizioni contenute nell’art. 120 del codice della strada”.
Un passo importante dunque sulla via del reinserimento e dell’integrazione dei cittadini stranieri detenuti che, anche quando beneficiari di misure alternative e impiegati in lavori all’esterno, trovano difficoltà quasi sempre insormontabili nel dover conseguire l’abilitazione alla guida di veicoli, anche se per esigenze strettamente lavorative.
E’ stato così riconosciuto che lo spazio di detenzione costituisce di per sé una condizione di soggiorno obbligatorio (Circ. D.A.P. n. 547671/10 del 12 aprile 1999). Del resto, lo stesso Ministero dell’Interno, con sua circolare del 2 dic. 2000, chiarisce che per quanto riguarda i cittadini stranieri detenuti, ammessi alle misure alternative previste dalla legge, l'ordinanza del Magistrato di Sorveglianza costituisce ex sé un'autorizzazione a permanere nel territorio nazionale. Nello stesso senso la Circolare n. 27 del 15.03.1993 del Ministero del Lavoro, Direzione Generale per l'Impiego.
In sostanza, è quindi superato il paradosso per cui di fatto a un detenuto straniero – che per il suo status giuridico non può ottenere un regolare permesso di soggiorno - viene negato di conseguire una semplice abilitazione alla guida, quando gli si consente invece di godere di tutti i diritti riservati ai cittadini italiani in carcere, compresi il conseguimento di un titolo di studio, fino alla laurea, e l’ammissione al lavoro subordinato all’esterno.

Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia
 

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