COMUNICATO STAMPA

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27/06/2010

Verona (Piazza della Frutta)

Una cella in piazza: perché i cittadini possano vedere con i propri occhi come si vive oggi in carcere


Iniziativa promossa dalla Conferenza del Volontariato della Giustizia, che si mobilita: dalla politica e dagli enti locali una nuova e diversa attenzione ai problemi delle carceri, oppure ci autosospenderemo dal servizio.

Nella cella di 7 mq ci sono 3 uomini, 3 brande, 6 armadietti, 3 sgabelli e 1 tavolino mobile. Il “bagno-cucina” annesso misura 4 mq e contiene: water, lavandino, piano-cottura, armadietto per gli alimentari.

Questo è lo spazio in cui sopravvivono, per 20 o anche 22 ore al giorno, per 365 giorni l’anno, gli oltre 68.000 detenuti rinchiusi nelle carceri italiane.

Uno spazio che è stato fedelmente ricostruito dai detenuti e dai volontari della Conferenza Regionale del Volontariato Giustizia del Veneto e domani, domenica 27 giugno, potrà essere “visitato”, fotografato e filmato a Padova, in Piazza della Frutta (adiacente a Piazza dei Signori, in pieno centro storico).

Dalle 9.00 alle 18.00 volontari e detenuti saranno presenti per “guidare” i visitatori alla conoscenza della vita in carcere e per distribuire volantini che illustrano le condizioni di vita in carcere e il ruolo del volontariato penitenziario.

Volontariato che in Italia conta oltre 200 Associazioni, con 8.500 aderenti, ed è presente in quasi tutte le carceri, dove svolge circa 20.000 ore settimanali di prestazioni gratuite fornendo una numerosa serie di servizi che altrimenti non potrebbero essere garantiti, considerando anche la grave carenza di personale deputato al “trattamento” dei detenuti (educatori, psicologi, assistenti sociali).

È anche grazie a questa presenza se le carceri ancora non “esplodono”, se i tantissimi detenuti indigenti ricevono vestiti e prodotti per l’igiene, se la parola “rieducazione” ha ancora un minimo di senso.

Ma è una presenza che potrebbe venire meno, perché i volontari sono pronti ad autosospendersi dal servizio, se dal mondo politico e dagli enti locali non verranno segnali di una nuova e diversa attenzione ai problemi delle carceri.

L’appello alla mobilitazione che segue è stato lanciato dalla Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, l’organismo che da oltre 20 anni coordina l’attività delle Associazioni presenti sul territorio.


Il volontariato della giustizia si mobilita

La cifra della detenzione ha superato la quota 68.000 presenze. Numeri giganteschi impossibili ormai da contenere, se si considera che ad ogni numero corrisponde una persona. Questo carcere è ridotto a contenitore di tutti i disagi sociali, dai tossicodipendenti, agli immigrati, ai malati fisici e psichici.

Il sovraffollamento crea grossi problemi di gestione degli istituti di pena, rendendo pressoché invivibile il carcere non solo per i detenuti, ma anche per gli stessi operatori penitenziari. In questa situazione è quasi impossibile assolvere alla funzione assegnata dalla Costituzione: la rieducazione dei detenuti.

Questo carcere peggiora la condizione di marginalità ed esclusione delle persone che vi entrano. Il piano di edilizia penitenziaria, prevedendo il contributo di soggetti privati, apre la strada alla privatizzazione della gestione delle carceri. Inoltre la costruzione di nuovi padiglioni negli istituti esistenti significherà sottrarre luoghi alle attività trattamentali, già ridotte al minimo, diminuendo gli spazi destinati alle relazioni esterne (incontri con le famiglie, ecc) già fortemente ridotti, con un aggravio per la salute mentale della persona detenuta e l’allentamento della sua rete affettiva esterna.

Non va dimenticato infatti il drammatico record dello scorso anno di detenuti suicidi nelle carceri italiane: e dall’inizio di quest’anno sono stati registrati già 32 suicidi. Di questa situazione va sicuramente imputata la responsabilità alla legislazione in materia di droghe, di recidiva e di immigrazione, alle nuove leggi orientate alla logica della "tolleranza zero", ma anche alla mancata applicazione di quelle in vigore ( regolamento penitenziario del 2000, leggi Smuraglia, Gozzini, sulle detenute madri, difficoltà del passaggio dalla sanità penitenziaria al SSN).

Se le proposte sulla messa alla prova e sulla detenzione domiciliare del Ministro Alfano diventeranno legge, i risultati deflattivi saranno comunque inferiori alle aspettative promesse. Sarebbe quindi necessario costituire immediatamente un “Piano sociale straordinario per le carceri” di sostegno al reinserimento sociale per coloro che escono o che potrebbero uscire dal carcere, attraverso la formazione, il sostegno lavorativo, l’attivazione del terzo settore e dell’associazionismo.

Deve quindi realizzarsi una nuova e diversa attenzione delle istituzioni centrali e territoriali, per sostenere e finanziare questo Piano, che dovrebbe chiamare in causa anche gli Enti Locali. Il Piano diverrebbe un investimento per garantire, allo stesso tempo, maggiore sicurezza ai cittadini e concrete opportunità per i detenuti. Sulla scorta di queste considerazioni, la Conferenza Nazionale del Volontariato della Giustizia auspica un pronto ed efficace intervento da parte del Governo Italiano e di tutte le istituzioni per affrontare la grave situazione e proclama lo stato di mobilitazione nazionale del volontariato impegnato nella giustizia.

Rivolgiamo quindi a tutto il volontariato un appello per una mobilitazione che realizzi strategie e forme di pacifica manifestazione fino all’autosospensione dal servizio da porre in atto per sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare il Governo e le istituzioni preposte a trovare le adeguate soluzioni al problema entro l’estate.

Elisabetta Laganà
Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia


Questi sono alcuni compiti svolti dai volontari

- Accompagnamento e accoglienza dei detenuti in permesso
- Assistenza e cura dei rapporti con le famiglie dei detenuti
- Sostegno materiale (fornitura di vestiario, prodotti per l’igiene, etc.)
- Coordinamento gruppi di discussione o di auto aiuto
- Disbrigo pratiche, patronato, tutela legale-giuridica
- Formazione professionale
- Gestione di servizi (magazzino vestiario, cucina e vitto, biblioteca)
- Istruzione, scuola (lezioni, fornitura materiali didattici, disbrigo pratiche)
- Organizzazione di attività culturali, ricreative e sportive
- Organizzazione di attività religiose, sostegno spirituale, catechesi
- Reinserimento sociale o accompagnamento verso altre strutture
- Ricerca di lavoro per i detenuti ammissibili a misure alternative o a fine pena
- Sensibilizzazione della società verso i problemi del carcere
- Servizio di mediazione culturale
- Sostegno all’attività pedagogica dell’area trattamentale
- Sostegno psicologico e morale alla persona, ascolto, colloqui
- Sportello o servizio informativo (campagne di prevenzione, orientamento alle opportunità esterne)
 

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