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08/06/2014

Assemblea Nazionale: "Oltre la sentenza Torreggiani"

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Comunicato Stampa VII Assemblea nazionale CNVG

Il 6 e 7 giugno scorsi si sono svolti a Roma i lavori dell’Assemblea Nazionale della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia dal titolo “Oltre la sentenza Torreggiani”.
L’Assemblea ha aperto i lavori con una considerazione da parte della CNVG: far rispettare i diritti umani costa meno che violarli, il cui incalcolabile costo in termini umani dovrebbe essere la ragione principale per non farlo, mentre, all’evidenza, le cose sembrano andare diversamente. Molte le osservazioni dei relatori in merito alle decisioni assunte il 5 giugno dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, organo competente per verificare l'esecuzione delle sentenze emesse dalla Corte di Strasburgo, che ha affermato che l'Italia sta rispettando le indicazione date nelle sentenza pilota. Pur dando atto di un cambio di passo nella gestione delle carceri, da più parti è stato sottolineato come la prudenza, come è evidente, debba rimanere alta, mentre parecchie perplessità sono state espresse sulla applicazione effettiva di questo rimedio soprattutto considerando le difficoltà oggettive, di tipo organizzativo in particolare, nella sua attuazione. Nel vivace scambio intercorso tra istituzioni penitenziarie, esponenti del volontariato e detenuti, è stato rimarcato quanto ancora, nonostante il miglioramento riscontrato, resti da fare non solo in termini di metratura ma di condizioni di vivibilità negli istituti, di opportunità trattamentali e, in particolare, della carenza di risorse destinate al reinserimento ed alle misure alternative, per lo più delegate al volontariato che opera senza alcun sostegno economico e spesso con scarse possibilità di essere recepito a livello istituzionale come indispensabile componente per l’umanizzazione della pena. E’ quindi necessario il riconoscimento del “valore politico” del Volontariato e della sua capacità di disegnare scenari. Esso, che da tempo aveva indicato le direttrici anche legislative verso le quali indirizzarsi per modificare l’inumana condizione carceraria, accoglie nuovamente la sfida di costruire insieme un nuovo modello sociale, impegnandosi a fare la propria parte sino in fondo, ma indicando alcuni punti essenziali che dovranno essere affrontati, che riguardano il rapporto con le istituzioni, le modalità di sostegno, ed anche soluzioni legislative innovative che facciano emergere quelle potenzialità che restano ancora inespresse a causa di difensivi arroccamenti istituzionali. Al di là, quindi, delle parole di circostanza, da parte delle istituzioni devono seguire delle azioni che tutelino il volontariato nella propria funzione, che valorizzino nella pratica concreta le azioni poste quotidianamente in essere a favore della popolazione detenuta. Il nostro Volontariato è quello che lavora a partire dai territori, ed è in essi radicato, che intercetta cambiamenti e fenomeni sociali profondi e che in funzione di ciò attua una costante innovazione sociale; che opera in rete e che di essa ha fatto la propria modalità di costruzione e sviluppo, tutti elementi di eccellenza che è doveroso affermare e su cui è necessario investire. Dal punto ora raggiunto è ora necessario non solo non arretrare, ma proseguire con la massima decisione verso un vera realizzazione del carcere riformato secondo le leggi e gli ordinamenti da troppo tempo inapplicati. Sta a tutti noi non lasciare le cose come stanno, ed evitare che i continui rimbalzi di competenza producano un moto perpetuo di immobilità. Chiediamo a tutti di impegnarsi perchè non si tratti di una ulteriore occasione perduta per innovare politiche e pratiche che diano risposte stabili e progettuali. Non è solo la drammatica urgenza del sovraffollamento ad imporle: si tratta di attualizzare e di concretizzare modelli operativi che realizzino un modello stabile di “governance” che neghi la centralità del carcere come unica forma di pena, affermi l’importanza dello sviluppo di alternative alla detenzione, riconosca la necessità dell’integrazione di tutte le parti.
Di elevatissimo interesse il workshop sul progetto “scuola di libertà- “Il carcere entra a scuola, le scuole entrano in carcere”, la cui giornata si realizza a livello nazionale il 15 novembre. Le cifre dell’iniziativa del 2013 stimano 125 scuole coinvolte, per un totale di oltre 10mila studenti, 1.000 volontari impegnati, in rappresentanza di 56 Associazioni, una sorprendente ricchezza progettuale.
Le straordinarie esperienze presentate, contrassegnate da grande spirito di inventiva permeato da solide professionalità e spirito etico, riconfermano una realtà di Volontariato che spesso si è posta anche come antesignana nell’individuazione di percorsi coraggiosi e difficili e che, pur subendo momenti di sconforto e disillusione derivati dall’immobilità delle situazioni non si è mai arresa: nel sollecitare le istituzioni verso una carcerazione più umana, nell’idea della pena non solo come retribuzione ma come opportunità di riscatto della norma infranta attraverso un sistema di esecuzione penale rispettoso dei diritti umani.

Elisabetta Laganà, presidente CNVG





 

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