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12/06/2010

Carceri al collasso, sovraffollamento ingestibile, rieducazione un'utopia.

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Comunicato e testo di una interrogazione, presentata in data odierna al Senato e firmata dalla Sen. Emanuela Baio insieme ad altri rappresentanti del Gruppo PD, sulla grave situazione in cui versa il sistema carcerario italiano.

COMUNICATO STAMPA

Carceri, Baio (PD): Carceri al collasso, sovraffollamento ingestibile, rieducazione un'utopia.

"Le carceri italiane sono le più affollate d'Europa, le più invivibili, con una grave carenza di personale di polizia penitenziaria e fanno registrare il maggior numero di suicidi (24 nei primi mesi del 2010) ma non solo, rischiano di essere abbandonate dai volontari, gli unici che sopperiscono alla forte mancanza anche di personale educativo specializzato". Lo dichiara
la senatrice del Pd Emanuela Baio prima firmataria di un'interrogazione che fotografa la situazione in cui versa il sistema carcerario italiano e appoggia la protesta pacifica dei volontari che minacciano di
autosospendersi dal servizio.

"Apprezzo e condivido l'iniziativa proposta dalla Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia che rappresenta il volontariato carcerario in Italia. Siamo di fronte ad una problematica di vastissime propozioni che rischia di compromettere il grado di civiltà del nostro Paese.

È impensabile che i detenuti attualmente censiti siano una volta e mezzo in più dei posti letto disponibili, per questo insieme a 20 colleghi abbiamo presentato una interrogazione urgente per ottenere spiegazioni e risposte concrete sul perché di un simile sovraffollamento. In questa situazione parlare di rieducazione dei detenuti, funzione assegnata al carcere dalla Costituzione, diventa non solo impossibile ma utopico: 67.593 detenuti a fronte di una capienza di 44.000 posti; 38.337 unità di polizia penitenziaria in forza; solo 9.576 volontari. Basta guardare questi numeri per capire quanto la situazione sia fuori controllo.

I volontari che operano negli istituti penitenziari sono costretti ad affrontare non solo le gravissime carenze di personale, ma anche una mole di
detenuti ingestibile. Il perché della loro protesta è ben visibile ancora una volta dai dati: mancano più di 600 educatori; più di 535 assistenti sociali; più di 265 tra psicologi, comunicatori, esperti linguistici,
informatici, statistici ed ausiliari.

Questo Governo non può incrociare le braccia davanti ad una simile situazione, inasprendo le pene e preferendo il carcere alle misure alternative. Eppure sia la legge Gozzini che la Smuraglia, se applicate potrebbero migliorare di molto le condizioni. Chi ha usufruito di pene alternative alla detenzione ha avuto un tasso di recidività del 5%, mentre chi ha scontato tutta la pena è tornato a delinquere 2 volte su 3 (66%).
Chiediamo a questa maggioranza di attivare con urgenza un 'Piano sociale straordianario per le carceri'. È nostro dovere garantire ai cittadini maggior sicurezza e restituire ai detenuti concrete opportunità di
reinserimento e la possibilità di ricostruirsi una vita".





 

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